Cattolici a sinistra by Daniela Saresella;

Cattolici a sinistra by Daniela Saresella;

autore:Daniela Saresella; [Saresella, D.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: eBook Laterza
ISBN: 9788858115466
editore: edigita
pubblicato: 2011-11-14T23:00:00+00:00


III. Verso il cambiamento

3.1. La svolta conciliare

Il 1956 rappresentò una data spartiacque nello scenario politico internazionale, sia per la crisi del canale di Suez, che segnò una nuova tappa nel processo di emancipazione dei Paesi del Terzo mondo dalle ex potenze coloniali, sia per le novità che emersero nel blocco comunista, dove la fine del mito di Stalin aprì la speranza che fosse possibile costruire il socialismo percorrendo nuove vie. Tali vicende ebbero ripercussioni anche nel nostro Paese, dove il partito di Nenni accentuò la propria autonomia rispetto all’ingombrante alleato comunista e dimostrò la propria disponibilità a un rinnovamento democratico delle strutture del sistema politico e sociale; contemporaneamente nella Dc era in atto un duro scontro tra chi ipotizzava l’apertura al Psi e chi invece avallava colpi di coda della destra.

Le ipotesi di dialogo tra cattolici e socialisti trovarono un importante avallo nella nuova amministrazione americana1 e insperata forza con l’ascesa al soglio pontificio di Giovanni XXIII2, portatore di una rinnovata tensione spirituale e religiosa dopo il lento declino degli anni di Pio XII. Papa Roncalli non intervenne direttamente nella discussione in corso sull’apertura a sinistra ma, contraddicendo le posizioni maggioritarie all’interno della Curia, quando Fanfani e Moro si appellarono al pontefice ricevettero da lui un incoraggiamento a continuare nel percorso intrapreso3.

Gli ultimi anni Cinquanta furono dunque importanti per la cultura cattolica perché il papato giovanneo seppe spronare i credenti ad affrontare i problemi del mondo contemporaneo senza le pesanti eredità del periodo precedente, ma con uno spirito di apertura e di condivisione. Non è qui il caso di aprire un capitolo sul Concilio e di far riferimento alle importanti analisi e pubblicazioni che ha prodotto in proposito la storiografia, e in particolare l’Istituto di Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Certo è che quella che era stata la tensione escatologica che aveva caratterizzato il cristianesimo sin dalle origini parve avere come sbocco proprio la riflessione di questi anni, tanto che il Concilio fu da taluni vissuto come il «compimento del sogno dei profeti». Scriveva in proposito Dossetti: «si portò nel Concilio una certa ecclesiologia che era riflesso anche dell’esperienza fatta e della necessità di non impegnare la Chiesa nelle cose mondane, la Chiesa in quanto tale, e di non camuffare, politicamente e ecclesiologicamente, realtà politiche opinabili»4.

Dossetti ebbe un ruolo rilevante durante il Vaticano II in quanto, insieme a mons. Carlo Colombo, diventò perito conciliare e collaborò con i cardinali moderatori Lercaro, Döpfner, Suenens e Agagianian. L’ex esponente della sinistra democristiana si adoperò perché prevalesse una maggioranza favorevole ad una visione riformatrice e in particolare perché, recuperando il pensiero di Rosmini, si approdasse alla definizione della Chiesa come «popolo di Dio»; il suo impegno si spese anche a favore del decreto sull’ecumenismo, in cui si superava la convinzione che la religione di Roma avesse il monopolio della verità cristiana, e della dichiarazione Dignitatis humanae sulla libertà religiosa, che chiarì il rapporto tra autorità e libertà5. Ma soprattutto Dossetti ritenne che il Concilio, come già l’articolo 11 della Costituzione, e come



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